
Come gestire un divorzio o una separazione?
Una separazione, un divorzio sono momenti molto difficili da superare, sono una delle esperienze più emozionalmente prosciuganti e devastanti che una persona possa affrontare, ma questo non significa di certo che non si possa superare.
Affrontare la fine di un matrimonio non è semplice, al dolore per la separazione si sommano aspetti pratici che vanno considerati. Dall’affidamento dei figli, all’assegno di mantenimento, alle procedure legali da seguire è importante conoscere i propri diritti e possibilità.
È importante fare subito una distinzione, la separazione è un passaggio inevitabile per passare al divorzio, perché in Italia, a differenza di altri paesi, non c’è il divorzio diretto.
L’ordinamento italiano prevede la possibilità per i coniugi di scegliere strade diverse a seconda che la separazione o il divorzio siano pacifici e consensuali oppure conflittuali.
Separazione consensuale
I coniugi trovano da soli, o con l’aiuto degli avvocati, un accordo. L’ avvocato può essere anche lo stesso per entrambi. All’interno dell’accordo di solito si stabilisce un’ affidamento condiviso dei figli, la scelta di una collocazione prevalente presso uno dei due genitori e il diritto di visita dell’altro. Si stabilisce poi un contributo al mantenimento dei figli. Una volta raggiunto un accordo le parti vanno in Tribunale per ottenere l’omologa dell’accordo raggiunto.
Negoziazione assistita
Viene portata avanti dalle parti, ognuna rappresentata da uno o più avvocati. I tempi della negoziazione non possono essere inferiori a 30 giorni e superiori a 3 mesi. Una volta raggiunto l’accordo viene consegnato alla Procura della Repubblica, il Pubblico Ministero verifica che risponda all’interesse delle parti e dei minori e l’autorizza. Ricevuta l’autorizzazione l’accordo viene mandato in Comune affinché l’Ufficiale di Stato Civile annoti la separazione. Il termine per chiedere il divorzio è di 6 mesi.
Separazione giudiziale
Se la separazione è conflittuale viene fatto un deposito di ricorso in Tribunale da parte di uno dei coniugi. All’udienza presidenziale davanti al Giudice viene verificato se vi è possibilità di accordo e vengono presi provvedimenti provvisori e urgenti che determinano a chi va la casa, l’affidamento dei figli e l’assegno di mantenimento degli stessi. I tempi della separazione possono essere in media superiori a 2 anni e si allungano se vengono introdotte consulenze, testimonianze o accuse di inidoneità genitoriale che richiedono l’intervento di un esperto (psicologo o psichiatra o dei servizi sociali). In casi di particolare conflittualità tra i genitori può essere nominato un curatore speciale, che rappresenta il minore nel processo.
Pratica collaborativa
Da poco introdotta in Italia, la pratica collaborativa cambia l’impostazione di come viene affrontata la separazione. Le regole da seguire nel momento in cui le parti decidono di aderire alla pratica sono rigide e tassative, con obblighi di riservatezza, trasparenza delle informazioni, buona fede e impegno. Se la pratica fallisce, a differenza della negoziazione assistita, gli avvocati non possono patrocinare il cliente nella causa contenziosa.
Divorzio consensuale o giudiziale
Il primo si ha quando entrambi i coniugi sono d’accordo sullo scioglimento del vincolo matrimoniale, può avvenire in Tribunale, in Comune dove i coniugi potranno sottoscrivere l’accordo di divorzio dinanzi all’Ufficiale dello Stato Civile anche senza l’ausilio di un avvocato, o mediante negoziazione assistita solo se non hanno figli minori o figli maggiorenni portatori di handicap, incapaci o economicamente non autosufficienti. Al contrario si ricorre al divorzio giudiziale quando tale accordo manca ed è necessario l’intervento del Giudice.
In quest’ultimo caso il divorzio si configura come una vera e propria causa dinanzi all’Autorità Giudiziaria.
Minori
L’ordinamento italiano e le convenzioni internazionali predispongono il diritto facoltativo di ascolto del minore in casi di separazione e divorzio. L’ascolto viene fatto direttamente dal Giudice o da un ausiliario, che stabilisce la capacità di comprensione del minore degli argomenti trattati e delle conseguenze. La scelta definitiva del Giudice sull’affidamento tiene conto delle richieste del minore, ma la decisione considera sempre il quadro generale e completo più adatto per il suo benessere.

